L’Italia è una nazione nota e apprezzata per le sue bellezze, spesso sconosciute ai più, abitanti compresi.
Eppure, incastonata tra Campania, Calabria e Puglia – quasi fosse la “caviglia” dello stivale -, c’è una regione che conserva ancora la sua identità rurale, sfiorata dall’industrializzazione, ma pregna di storia.
Solo una sua parte, circa il 10%, è pianeggiante mentre il resto è collinare, costellato di vigneti che producono ottimo vino (come …) noto a livello mondiale e montagnoso: bellezze senza tempo che hannod ato vita anche a parchi regionali e nazionali, senza dimenticare la costa. Anzi: le due fette di costa.
Come accennato, la sua indole è ancora fortemente legata al territorio e all’agricoltura, ma anche alla genuinità dei rapporti che non è stata corrotta dall’urbanizzazione selvaggia né dal capitalismo severo. I vicini di casa offrono doni, come caci, frutta o anche piatti cucinati. Gli abitanti spesso producono ancora prodotti tipici, come salsa di pomodoro (che spesso, nel sud Italia, è un vero e proprio rito che coinvolge la famiglia per farne il più possibile da imbottigliare per l’inverno), salami, formaggi…
Come potrebbe essere diversamente? La Lucania non è l’immagine tipica della mediterraneità: uliveti e vitigni da cui ricavare vino di uva greca, eredità di quella Magna Grecia che ancora si rinviene qua e là.
Il paesaggio è quasi crudo: i rapaci popolano i cieli che, di notte, regalano stelle da osservare con il naso all’insù. Le città, i borghi sembrano risposare, stagliati nelle rocce o sulle colline, come se il tempo fosse in pausa.
Eppure, questo tempo, è testimone di tanta storia e tanti cambiamenti importanti. Dai coloni greci a Federico II – imperatore del Sacro Romano Impero -, il quale in uno dei suoi tanti castelli, quello di Melfi, emanò la prima serie di leggi scritte del Medioevo, documento a oggi ritenuto progressista e lungimirante. Anche Spartaco e Annibale vi arrivarono… come dimenticare, poi, il fenomeno del brigantaggio o i moti rivoluzionari anche durante le guerre?
Un paesaggio “crudo” come si evince anche dalla sua città più famosa: Matera. La seconda (e ultima) provincia del territorio, ma anche patrimonio Unesco nonché capitale europea della cultura nel 2019. Questa si trova in posizione elevate rispetto al livello del mare, ma Potenza (capoluogo di regione) lo è anche di più, detenendo il recordo di capoluogo regionale più alto d’Italia.
Si potrebbe pensare che la Basilicata goda di un clima mite, proprio per la sua posizione geografica. Invece, le quattro stagioni si fanno sentire tutte, con differenze tipiche dovute alle differenze territoriali. L’estate è sì, calda, ma in montagna le temperature sono ovviamente moderate. La notte può proporsi fresca, anche nei mesi estivi.
Parimenti l’inverno, più moderato verso la costa, è invece più rigido ad alta quota, tanto da innevare le cime dei monti.
L’escurione termica può essere rilevante: dai 40° in piano fino a scendere sotto lo zero!