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Grumento Nova: la piccola “Pompei”


Grumento Nova (Saponaria di Grumento o semplicemente Saponaria – tant’è che gli abitanti venivano denominati saponaresi -, fino al 1932) è un comune italiano della provincia di Potenza, che sorge accanto all’omonima città romana (Grumentum) che conserva ancora un’area archeologica ben definita e il museo archeologico nazionale dell’Alta Val d’Agri.

La città sorge a 780 m s.l.m. nella Val d’Agri, quindi nella zona centro-occidentale del territorio potentino, distando poco più di 70 km dal capoluogo.

Storia

Grumento Nova è il paese più antico e importante della Lucania romana.

Il suo antico nome era Grumentum: nasce in Val d’Agri resistendo a oltre un millennio di storia prima di patire la barbara distruzione a causa della calata saracena nel 878. d.C.

Gli abitanti in fuga riescono a salvarsi disperdendosi nelle zone circostanti; alcuni di essi si rifugiano su un colle che sovrasta la città: il Saponara. Che dà il nome al nuovo insediamento (954 d.C.), il quale lo mantiene fino al 3 novembre 1932, quando le viene riconfermato l’antico toponimo, con una leggera variante (Grumento Nova).

L’antica città romana vede la sua fine più disastrosa nel 1031 d.C.

È Roberto d’Altavilla a muovere sul colle Saponara le genti – divenendo il primo signore della città -, costruendo un castello attorno al quale si formerà Borgo, un altro nucleo urbano che, fondendosi con Casaletto, darà vita alla città di Saponaria.

Il casato Altavilla (Hauteville) è di origine normanna (Francia settentrionale), le prime tracce di Roberto si rinvengono a Montecaveoso (Montescaglioso) nel 1055 di cui è Conte. Suo figlio Guglielmo eredita Polla, Brienza e proprio Saponaria. Questa passerà, in seguito, a Federico II di Svevia il quale, tuttavia, si troverà coinvolto in una rivolta aizzata dal Papa Innocenzo IV a causa di dissapori tra i due.

La congiura coinvolge diversi feudatari, tra i quali: i Fasanella, i Sanseverino, i De marra e i Francisco e passa alla storia come la “Congiura di Capaccio”. Pandolfo di Fasanella ne è il leader alle cui direttive v’è anche Tommaso, signore di Saponaria.

La città nel 1254 passa ai Sanseverino (partecipi alla rivolta) rei di appoggiare gli angioini e per cui Manfredi, figlio di quel Federico II spodestato, saccheggia la città. Angioini che, grati, riconsegneranno Saponaria – per il tramite di Carlo I d’Angiò – al conte Ruggero Sanseverino la cui stirpe governerà fino al 1806.

Nel 1254, Saponaria passò nelle mani dei Sanseverino e fu saccheggiata per volere di Manfredi, figlio di Federico II, poiché i nuovi feudatari parteggiavano per gli angioini. Nel 1267, il sovrano Carlo I d’Angiò ridiede la città al conte Ruggero Sanseverino, la cui stirpe la governò fino al 1806.

I francesi nemmeno risparmiano Grumentum: Giuseppe Bonaparte nomina Tommaso di Saponara ministro del Regno di Napoli. Durante il Risorgimento, numerosi sono i cittadini che aderiscono ai moti liberali del 1820\21  (con Gherardo Ceramelli), del 1848 (con Antonio De Cilla) e all’attività mazziniana del 1853 (con Giulio Cesare Giliberti).

Un altro evento, nel 1857, segna la povera città: un terremoto devastante che conta oltre duemila vittime.

E, a seguito dell’unità d’Italia, non viene risparmiata dal fenomeno del brigantaggio: tra i più famosi briganti vi sono  Donato “Caronza” Toscano e Diego “Lineo” Di Rago. Il Regio Decreto del 21 aprile 1863 cambia il nome della città in Grumento per poi divenire, il 3 novembre 1932, definitivamente Grumento Nova.

La piccola Pompei

Non è difficile intuire perché, Grumento, sia stata definita così. Rilevante è il parco archeologico (i resti antichi di Grumentum) e il relativo museo archeologico nazionale dell’alta Val d’Agri.

Due sono le famiglie importanti che l’hanno governata: Sanseverino e Altavilla, i quali hanno regalato al paese periodi di splendore e di decadenza.

Non solo resti romani: si pensi al parco archeologico con il suo anfiteatro, che ospita rappresentazioni dei Teatri Uniti di Basilicata ma anche agli antichi palazzi nobiliari (per esempio il castello Sanseverino o l’antico salone di corte – al centro del borgo – poi trasformato in scuderia).

 

Oltre al vicino Parco Archeologico, con il suo suggestivo anfiteatro che d’estate fa da sfondo alle rappresentazioni teatrali dei Teatri Uniti di Basilicata, il comune conserva anche antichi palazzi nobiliari. Uno di essi è il Castello Sanseverino, edificato nel 1100 e restaurato da Carlo Maria Sanseverino nel 1700, quasi distrutto dal terremoto del 1857 che sconvolse l’intera Val d’Agri. Notevole, al centro del borgo, è l’antico salone di corte dei Sanseverino (più tardi trasformato in una scuderia) che a fine ‘600

Monumenti e luoghi di interesse

Il castello Sanseverino

Il castello deve la sua costruzione ai Conti di Montescaglioso, primi feudatari di Saponaria, nella seconda metà dell’XI secolo. Roberto, il conte, edifica la propria residenza sul colle attorno alla quale sorge un intero borgo.

In un secondo momento viene costruita la cinta muraria, dotata di sette porte. Grazie ai Sanseverino, poi, il castello viene ampliato ulteriormente: nel catasto onciario del 1749 si legge

L’illustre Luiggi Sanseverino… Possiede un palazzo sopra duecento stabili per uso di abitazione, con giardino adiacente

Inizialmente si sviluppava da quello che ora è largo Umberto I fino a piazza Municipio. Il principe Carlo Maria Sanseverino, intorno al 1700, lo ristruttura integralmente portandolo al suo massimo splendore e alla sua massima estensione.

Si pensi che è attribuibile a lui la costruzione ex novo dell’ampio salone di corte (unica parte a oggi intatta del Palazzo feudale) che ospita, a fine ‘600, il ricevimento delle seconde nozze della principessa Aurora Sanseverino, poetessa e mecenate.

Come ogni castello che si rispetti, anche in questo non manca un giardino cui si accede attraverso una scalinata visibile attraverso alcune tracce rinvenibili in via Roma.

La ridefinizione degli spazi voluta da Carlo prevede dodici appartamenti nonché un

teatro leggiadro pe’ drami musicali e comedie

a testimonianza della passione del principe per questa arte, di cui è cultore e autore. Infatti, proprio in occasione delle nozze della figlia Aurora – testè citata fa rappresentare una propria commedia musicale intitolata “Eliododro”.

A corredo, una grandissima scuderia – tale da ospitare fino a centoventidue cavalli – cui si accedeva da uno spiazzo (lo steccato) oggi largo Umberto I. Ai lati due torri, a oggi scomparse.

Resta, invece, il cortile munito di cisterna sul terrapiano sovrastante la scuderia stessa.

Architetture religiose

  • Chiesa Madre di Sant’Antonino Vescovo e Martire
  • Chiesa di San Laverio Protomartire
  • Chiesa della Madonna del Monserrato
  • Chiesa della Madonna del Grumentino
  • Chiesa di San Giovanni
  • Chiesa della Madonna del Rosario
  • Chiesa di San Giuseppe: distrutta dal terremoto del 1857, fu ricostruita nel 1860 (come si legge sulla scritta nella scritta sulla porta d’ingresso) da Andrea Giliberti; oggi è nota come Cappella Giliberti.
  • Chiesa di Santa Caterina da Siena
  • Chiesa Matrice di Grumento

La Chiesa Matrice di Grumento Nova sorge sulla parte nord del colle che ospita il paese. Nasce, nel 1118, sulle ceneri di un preesistente tempio pagano e viene consacrata ad Antonino di Apamea (Siria), in seguito all’ascesa di Guglielmo d’Altavilla quale feudatario. Una seconda ipotesi, invece, vuole che questo culto derivi dai monaci circestensi francesi, al seguito di Ildebrando di Soana, poi Papa Gregorio VII.

Nel 1561 la chiesa vede una prima ristrutturazione grazie all’arciprete Bernardino Giliberti. Pochi decenni dopo, nel 1604, La famiglia Cotino fa erigere, sulla destra dell’edificio, una cappella dedicata al SS Crocifisso. Risalgono a questa epoca le pitture parietali della botola a destra, all’interno della Chiesa.

Nel 1609 vede la luce il campanile a tre piani. La campana è voluta da Bernardino Cioffi, primo arciprete mitrato. L’arciprete Francesco Danio, nel 1635, porta all’ampliamento della chiesa volendo la costruzione di tre cappelle.

A quell’epoca la chiesa aveva le seguenti caratteristiche architettoniche:

  • la facciata di stile romanico rivestita in opus reticolatum;
  • la navata fiancheggiata da una doppia fila di tre cappelle più piccole;
  • il soffitto costituito da tavole corniciate;
  • il coro, a pianta quadrata, della stessa larghezza della navata. Quest’ultimo accoglieva sedici sedili grandi di noce e quattordici piccoli, destinati ai sacerdoti del Capitolo. Al centro c’era l’altare maggiore costituito da cinque nicchie di legno contenenti a sinistra le statue di S. Paolo e S. Stefano e al centro in alto S. Michele Arcangelo e in basso un armadio con il corpo di S. Giovenzio. Le cappelle erano sotto lo jus patronato delle famiglie nobili del posto, che avevano il diritto di farsi seppellire lì. Il terribile terremoto del 16 dicembre 1857 rase al suolo la Chiesa che venne ricostruita negli anni successivi. Oggi la facciata è di stile neoclassico, con campaniletto a vela e la chiesa presenta le seguenti caratteristiche architettoniche: pianta a croce latina, asse trasversale lunga 22 metri, navata larga 13 metri, abside semicircolare, campanile a base quadrata. Si ignora il nome del suo architetto.

Archivi e biblioteche

Biblioteca comunale Carlo Danio di Grumento Nova

La biblioteca di Grumento nasce circa nel XVII secolo per volontà di Carlo Danio, nipote del famoso giurista Amato Danio, il quale contribuì alla sua fondazione. Amato Danio, grazie al fervore culturale che si era sviluppato nell’antica Saponaria, all’interesse per la vicina colonia di Grumentum e al suo amore per la terra natia, approfondisce a Napoli vari studi per diffonderli anche con l’insegnamento ai giovani valdagrini trasferitisi lì.

Carlo Danio – arciprete della Collegiata Insigne – “raccoglie” l’eredità del suo parente, traferendo in primis la biblioteca a Saponaria, rendendola accessibile agli studiosi e costruendovi, accanto, un museo contenente antichi reperti di Grumentum.

Questa biblioteca subisce notevoli perdite, eppure resta ancora oggi una delle più fornite in regione, perlomeno per le opere antiche: raccoglie addirittura libri risalenti al XV secolo, i primi a essere stampati con la stampante a caratteri mobili.

Dal 2018 la biblioteca è situata nello storico palazzo Giliberti (appartenuto alla famiglia Gilbert) il quale, oggi, articola su due piani: il piano inferiore ospita la collezione moderna, contenente circa 2000 testi, ed una serie di risorse multimediali; il piano superiore, invece, è dedicato all’esposizione del patrimonio librario antico, contenente 2205 libri.

Il lago

Di DinaBenedettoFerrandina - Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=91295899

Il territorio di Grumento accoglie, insieme con quello di Sarconi, Spinoso e Montemurro, un lago meraviglioso: è il lago di Pietra del Pertusillo. Questo bacino d’acqua è costeggiato dal Bosco Farnie, pieno di castagneti e faggeti tra i quali “perdersi” per poi raggiungere il lago.

Da non dimenticare il Bosco Maglie, presso il quale ha sede il centro di educazione territoriale “Bosco dei Cigni”.

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